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La Tailandia stringe le importazioni dalla Cina per proteggere il mercato locale
La Thailandia rafforza le ispezioni doganali sulle importazioni cinesi per salvaguardare il mercato locale
Il 10 dicembre, il Ministero delle Finanze thailandese ha ordinato ispezioni più severe per le importazioni dalla Cina, tra cui la rimozione dello status speciale del checkpoint "Mottahan-Nakhon Phanom". Questo punto di controllo condurrà ora "ispezioni 100%" invece dei precedenti "controlli casuali" per tutte le merci provenienti dalla Cina. L'obiettivo è impedire che prodotti di bassa qualità o non conformi entrino nel mercato thailandese, proteggendo così le industrie locali dal dumping e dalle pratiche commerciali sleali e garantendo una concorrenza leale. Le nuove misure non si concentreranno solo sulla qualità dei prodotti, ma comporteranno anche ispezioni approfondite dei documenti di importazione, dei prezzi e di altri fattori correlati. Insieme a questi cambiamenti, agenzie come la FDA, il TISI e il Ministero del Commercio applicheranno standard più severi per i prodotti importati.
La mossa arriva poco dopo l'azione analoga del Messico e l'annuncio della Malesia di non voler più fungere da "hub di trasbordo" per le merci cinesi destinate agli Stati Uniti. Con la Cina alla ricerca di rotte commerciali alternative per mantenere la quota di mercato e ridurre i costi nel contesto delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, la decisione della Malesia è vista come una risposta alle pressioni esterne, probabilmente da parte degli Stati Uniti. Nel contesto del commercio globale, gli Stati Uniti esercitano spesso un'influenza sugli altri Paesi e le azioni della Malesia potrebbero essere parte dei suoi sforzi per evitare potenziali sanzioni commerciali o altre conseguenze negative da parte di Washington.